Saggi > Saggi di Giovanni Giacobbe dell'anno 2013

L'idea di lottare per difendere un amore che non abbiamo mai tradito con la violenza

Io addestro cani nella vita o li educo o nessuna delle due cose forse. Nel senso che forse insegno solo alla gente a
coesistere con i propri cani. Coesistere liberi. Ma per essere liberi occorre rispettare delle regole, perché sia la vera
libertà dell'animale sociale uomo, sia quella dell'animale sociale cane, consiste nel coesistere liberi attraverso la libertà data dalle regole. La prima delle quali è il rispetto dell'alterità. Vent'anni fa non esisteva la cultura animalista, oppure esisteva ma non era ben codificata come oggi. Questa cultura, essendo ontologicamente tale, ha fatto da mirabile contraltare ad un approccio machista che per troppo tempo ha obnubilato molti. E' come se qualcuno si fosse svegliato dal torpore ed avesse detto “ora basta!”. Per me è stata una sveglia ed un dono, perché mi ha fatto comprendere che la gratuità dell'utilizzo degli strumenti era frutto del mio torpore intellettuale , che viveva cullato dalla -pur onestacertezza del mio carisma comunicativo, per cui almeno.. certamente non sono stato mai violento con un  cane, (sicuramente) nell'animo. Certo se voglio essere Cristiano come dico di essere, dovrò ammettere che se l'animo non mi ha mai tradito.. il pressappochismo di rapide soluzione da vendere a clienti frettolosi potrebbe avermi tradito spesso in vent'anni. Ma il tempo dei generali.. è venuto meno , perché aristocratico patriarcale è sì un ordinamento piramidale..ma non militare.. Accadde che per intaccare questo baluardo machista, il peso della bilancia fu spostato su tutto ciò chepoteva e doveva essere stigmatizzato come "male" secondo un discernimento etico pur  sempre antropocentrico. Ma io ringrazio perché in dono ho avuto il problem solving.. mio e dei cani.. Così ho compreso che la gratuità dell'utilizzo di sistemi "sbrigativi" era becera e nefanda. Ma poi mi sono accorto che il sistema pur riequilibrato.. aveva visto la cordata del "bene" trasformarsi in una cordata di detrattori infaticabili e violenti come un rullo compressore.. Io pago ancora nella mia città dove gente lontana anni luce da un barlume ancorché minimo di conoscenza , (e badate non ho detto di consapevolezza, ho detto solo conoscenza..) vende (senza IVA..) il sacro fuoco della diffamazione da far passare attraverso un collare a strangolo (a scorrimento in realtà n.d.a.) , cappio intellettuale solo delle frustrazioni di chi non avrà mai alcun carisma comunicativo da vendere.. E badate che io ormai ho bandito, dal mio repertorio tecnico, l'utilizzo esclusivo di esso quasi "per assunto", perché ho compreso che altrimenti avrei dovuto cambiare nazione o mestiere.. Ma se sapeste quante volte mi è stato riferito che gente che forse non sa neanche se in testa io abbia o meno i capelli ha detto e dice "quello usa il collare a strangolo” sbandierandolo ai quattro venti, o peggio, secondo becero costume di quei frustrati di cui fanno parte quegli esponenti di un animalismo deviato ( si deviato.. poiché non vi è solo quello sano che è fatto di amore e conoscenza ), scrivendolo pubblicamente nelle bacheche dei vari social network; perché è sin troppo semplice plagiare le masse attraverso l’assioma: collare a scorrimento = strumento vessillo del “male anticinofilo” da aborrire; quasi, ho ragione di ritenere, parrebbe che ciò sia diventato “imperativo denigratorio” che temo possa essere stato ordito.. nello statuto.. di chi ha (pur con apprezzabile onestà intellettuale inizialmente) voluto arginare il mondo di un addestramento frustrato e machista. E così che si screditano gli uomini: attraverso la diffamazione. Nel breve periodo almeno. Nel lungo periodo per fortuna le bugie, con quelle gambette.., non vanno lontano. E io il collare a scorrimento non lo uso praticamente più invero, o certamente non lo uso più gratuitamente, posso affermare senza tema di smentita..
Pensate come mi sento quando penso che i miei vent'anni di dedizione anima e corpo al cane, vengono associati a un
marchio infamante che la gente lega a me quale rappresentante “quasi per antonomasia” della categoria “-addestratori violenti- di cani “. Ma io posso ribattere fieramente che appartengo alla schiera di quei vecchi addestratori nati in un tempo in cui non esistevano certo gli “educatori” (categoria della quale mi sento esponente di diritto!) , ma che nulla hanno a che spartire con quegli stolti pervasi di un machismo frustrato, che a noi antesignani di un mestiere puro nei sentimenti, certo non è mai appartenuto.. E se devo essere onesto non mi preoccupa certo il giudizio della gente.. ma caso mai l'onda diffamatoria .. di un certo tipo di gente. Il cane inteso come animale senziente è , proprio in quanto tale, un vettore di forze emozionali e fisiche, preda spesso dell'ES incalzante delle proprie pulsioni. In un contesto cittadino talvolta questo vettore conduce pericolosamente verso le situazioni di pericolo più disparate. Con una pettorina o tutt’al più con un collare in cuoio è spesso controllabile ogni cane se si sia abili a lavorare sulla fase appetitiva dei comportamenti indesiderati, ma se consideriamo “X” la forza espressa da un cane, talvolta "urge" applicare una forza uguale e contraria, anzi appena maggiore e contraria, per dissuadere il cane dal perpetrare comportamenti forieri di pericoli potenziali per se stesso e per gli altri (in una città soprattutto). E notoriamente nel panorama delle razze canine alcune razze pur partendo da fermo.. riescono ad esprimere una forza straordinaria (energia cinetica, creata dal fattore emozionale interno risultato delle pulsioni del singolo soggetto) moltiplicata per la massa, meno l’attrito.. Ed è chiaro che pettorina o collare in cuoio , talvolta non bastano a conduttori inesperti , vittime tanto delle variabili più disparate legate a circostanze fortuite, quanto magari di circostanze oggettive, quali possano essere ad esempio scarsa intelligenza cinestesica, o condizioni organiche temporanee o permanenti. Ove per intenderci, ed essere più chiari, la “vecchiaia” sia da considerarsi una condizione organica permanente (quanto fortunata visto che la si è raggiunta..) ; così sia chiaro che far gestire ad un anziano di sessant'anni il proprio Alano , magari suo unico fedele compagno di vita, deve essere monito per me di completezza professionale , allo stesso modo di come debba essere monito il rispetto del benessere del cane.
.. E questo che mi ha indotto a sposare l'idea di dover lottare per difendere un amore che non ho mai tradito con la
violenza.. La violenza è nella gratuità dell'utilizzo di un sistema sbrigativo, non meno che nell'atto di voler liquidare
sbrigativamente l'amore di chi come me, così come di moltissimi altri, non ha mai tradito il cane, donando la propria
vita a coloro i quali sono giunti da me chiedendo aiuto, chiedendo di poter vivere il loro cane serenamente. E la mia vita
oggi la vendo volentieri , quella si senza IVA.. , perché la fede non si paga...

Giovanni Giacobbe Giacobbe

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